Il Museo di Van Gogh di Amsterdam si è trasformato in “centro estetico” come forma di protesta per la scelta del Governo olandese di tenere chiusi i musei, aprendo invece altre attività, come i centri estetici.

Il governo dopo il lockdown con tutte le attività chiuse, tranne supermercati e farmacia, ha annunciato un nuovo programma. Le attività ristorative possono lavorare solo con asporto e consegne, teatri, cinema e musei invece restano chiusi. Aprono invece i servizi alla persona, i negozi, le palestre.

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Le proteste dopo le chiusure per il Covid/Foto Facebook (loveamsterdam.it)

La direttrice del museo Emilie Gordenker ha giudicato incoerente la scelta del governo soprattutto in termini di sicurezza poiché visitare un museo con la mascherina e il distanziamento è sicuramente altrettanto sicuro che andare dal parrucchiere o dall’estetista.

Protesta al Museo Van Gogh di Amsterdam

In questo modo, secondo i poli culturali del Paese, passa un messaggio errato, come se la cura della bellezza estetica fosse più importante.

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Proteste al museo di Van Gogh/Foto Facebook (loveamsterdam.it)

L’iniziativa è stata compresa da coloro che offrono proprio i servizi alla persona che hanno scelto di appoggiare l’idea per sostenere i colleghi che ora non possono lavorare. Hanno scelto così di omaggiare i visitatori con manicure a tema, riprendendo lo stile di Van Gogh. All’ingresso del museo sedie da lavoro e tavolini per le attività.

Anche altri musei hanno aderito trasformandosi a scelta in palestre, chiese e molto altro. Nello specifico il Mauritshuis, dove si trova in esposizione la Ragazza con l’orecchino di perle di Vermeer, ha riaperto come centro allenamenti, il Panorama Mesdag dell’Aia si è trasformato in un luogo dove prendere lezioni per il potenziamento mentale e il Limburgs Museum in una sala di Zumba.

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